Il Museo del Santuario
Orario di apertura
Il Museo del Santuario, sito al piano interrato, a metà del corridoio est, è stato istituito nel 1900, ma ristrutturato e ampliato una prima volta nel 1970 e una seconda nel 2000, in occasione del Grande Giubileo. La collezione museale è di tipo storico-artistico e contiene prevalentemente gli ex voto del Santuario: argenti, ori, arredi liturgici, arazzi, vetri, avori, coralli, tavolette, ceramiche, presepi napoletani, armature e altri oggetti di valore, che cominciarono a pervenire a Pompei fin dalle prime fasi della costruzione della chiesa (1876-1887). L'ampia sala rettangolare è circondata da setti murali, nei quali sono posizionate ventitrè vetrine espositive. Al centro, otto pilastri circolari racchiusi in vetrate sostengono una paratia di vetro a protezione di un grande presepe in stile napoletano, di cui lo scoglio è opera recente d'artigianato e le "figure" sono del XIX secolo. Nella prima vetrina a destra, si trovano esposti un Gesù Bambino e alcune Madonne in legno e cartapesta sotto campane di vetro, busti di bronzo e vasi di porcellana. Nella seconda, terza e quarta vetrina: brocche, piatti, vasi, statuine e centrotavola in porcellana di Capodimonte e di altre manifatture. Nella quinta vetrina: vasi, centrotavola, bottiglie e bicchieri in Murano e cristallo di Boemia. Nella sesta vetrina: testi liturgici con copertina in lamina di bronzo dorato, velluto, madreperla e avorio, statuine in ceramica raffiguranti chierichetti, vasi in argento, e un leggio in legno intarsiato di scuola sorrentina raffigurante la Madonna del Rosario di Pompei. Nella settima: mattonelle, piatti e statuine di ceramica Grue-Castelli e di altre scuole italiane, e statuine d'avorio. Nell'ottava, nona e decima vetrina: icone in argento sbalzato, piatti, centrotavola e mattonelle Grue-Castelli, statuine, orologi e vasi in ceramica di Capodimonte. Nell'undicesima e dodicesima vetrina: tronetti per l'esposizione eucaristica in legno intagliato a foglia d'oro del XIX secolo, candelabri in bronzo dorato e alabastro, corone e croci. Nella tredicesima vetrina: sculture in avorio raffiguranti la facciata della Basilica, il Calvario, la Madonna del Rosario, la Natività, vasi in porcellana e bronzo e una scultura in cartapesta. Nella quattordicesima vetrina: centrotavola e statuine in porcellana italiana e straniera. Nella quindicesima vetrina: presepe napoletano, vasi in ceramica, bronzo e opalina, statuette in bronzo, centrotavola in alabastro. Nella sedicesima vetrina: vasi e statuine cinesi. Nella diciassettesima vetrina: ceri policromi e orologi in bronzo. Nella diciottesima vetrina: vasi e statuine raffiguranti bambini in argento. Nella diciannovesima vetrina: vasi, centrotavola, candelabri in argento. Nella ventesima vetrina: candelabri, statuine di bambini e portacandele in argento. Nella ventunesima vetrina: calici e ostensori in argento, oro, bronzo dorato. Nella ventiduesima vetrina: statue di Santi, Madonne e bambini in bronzo, cartapesta, legno e argento. Nell'ultima vetrina: medaglie, spadini e armi. L'esposizione, che pure ospita circa duemila manufatti, non esaurisce, tuttavia, il patrimonio storico-artistico e di ex voto del Santuario, i cui pezzi di maggior pregio vengono posti in mostra con criterio di rotazione per l'esiguità degli spazi espositivi. Il 15 maggio 2023, dopo tre anni di chiusura dovuta alla pandemia da Covid-19, il Museo diocesano di Pompei ha riaperto al pubblico con il rito di benedizione presieduto dall’Arcivescovo Monsignor Tommaso Caputo. L’esposizione permanente, che era stata temporaneamente chiusa per ottemperare alle misure precauzionali richieste dall’emergenza sanitaria, nel frattempo è stata oggetto di lavori di ristrutturazione, nonché di riordino della collezione museale, ulteriormente arricchita di nuovi oggetti, in modo particolare le chiavi di alcune città visitate dalla Missione Mariana. Durante questa ulteriore ristrutturazione e risistemazione, le vetrine sono state dotate di didascalie descrittive e pannelli, in lingua italiana e in lingua inglese, che raccontano il Museo anche attraverso le parole del Beato Bartolo Longo.